Storia

ArcoCome tante località le cui origini si perdono nel tempo, Nocara è legata da tradizioni ataviche radicate nella cultura locale, a città mitiche o a episodi e personaggi fantastici.
E' diffusa tra gli abitanti di Nocara la tradizione che indica il paese come il luogo di nascita di Ponzio Pilato, il procuratore romano della Palestina che permise il martirio di Gesù. Le origini di questa credenza, comuni ad altri paesi della Calabria, si possono far risalire all'epoca romana. I Bruzi, gli antichi popolatori della regione, si erano mostrati da sempre ostili ai Romani e si opposero caparbiamente all'annessione della Calabria a Roma; per questo motivo furono considerati poco affidabili da parte dei conquistatori. Caduto il Bruzio sotto la dominazione romana gli indigeni, vittime dei pregiudizi, furono impiegati per lavori socialmente più squalificati - era stato loro proibito di servire nell'esercito come soldati -, tra i quali fare da carcerieri.
Nel Medioevo, anche se scomparse dalla memoria le cause che dettero origine alle discriminazioni, la popolazione dell'antico Bruzio continuò ad essere ritenuta infida. Da questi antichi preconcetti nacque e si diffuse il convincimento che i soldati che crocefissero Gesù erano bruzi. Il passo per consciderare bruzio anche Pialto fu breve e l'immaginazione popolare, favorita da antagonismi campanilistici non tardò ad attribuire a diversi paesi di avergli dato i natali: tra questi, e chissà per quali motivi è stata scelta Nocara. Gli abitanti dei centri di origine antica e medievale situate in zone caratterizzate da una povertà ancestrale, hanno sentito il bisogno di nobilitare la loro origine, contrapponendo a una realtà indigente la mitica Magna Grecia, opulenta e potente. Questa illusione, dalla quale nasce la speranza di un ritorno alla prosperità delle origini fece sì che scrittori e storici dei tempi lontani ( e anche contemporanei) cercasero di individuare il brano dell'opera letteraria classica, il frammento archologico o i resti architettonici che potessero dare spunto ad un'ipotesi di continuità urbana risalente all'età arcaica.
Un'antica tradizione, ripresa da più cronisti e storici già dal secoloXVII, vuole che l'attuale centro abitato sorga nel luogo dove una eroe acheo ed i suoi compagni di viaggio, reduci dalla guerra di Troia, fermarono il loro pellegrinaggio e fondarono una città. Epeo ,costruttore del cavallo di Troia, diede all'insediamento il nome di sua madre: Lagaria. Altre interpretazioni vogliono che il nome della città provenga dal pastore Lagaride che pasceva il suo gregge sul monte sul quale fu edificata la città, o dagli eroi greci stanchi dal lungo viaggio: i lagaroi (gli esausti). La denominazione di Lagarino data al castello medievale, costruito sul punto più alto del colle ed attorno al quale si sviluppò l'abitato, perpetua questa tradizione.
In realtà altri paesi rivendicano la discendenza da Epeo, e su questo punto ci sono pareri discordi di studiosi che, sin dall'antichità e fino ad oggi, attribuirono, e attribuiscono, diverse localizzazioni alla mitica Lagaria. Le diversità nascono dalle interpretazioni delle fonti letterarie classiche, in questo caso molto vaghe e, in alcuni casi, dal campanilismo di autori locali che vogliono nobilitare le origini comunali, facendo prevalere lo spirito di parte sul rigore scientifico. Pensiamo chec un'attribuzione certa e inappellabile non possa essere data ameno di rintracciare nuovi elementi di giudizio. Infatti bisogna tener presente che i geografi e i cronisti antichi si avvalevano di dati approssimativi, soprattutto in riferimento alle città di importanza secondaria o alle aree interne.
Sebbene non possiamo confermare la coincidenza da Lagaria e l'attuale Nocara, l'attribuzione della continuità tra i due insediamenti da parte di diversi autori, antichi e moderni, ci tramanda la memoria della presenza greca nella zona.
Oltre a Nocara, riconosciuta come Lagaria sin dal XVII secolo da Cluverio, Antonini, Mazzocchi, Romanelli ed altri, sono state identificate come sedi della città leggendaria: Monte Coppolo, Amendolara, Trebisacce, Cassano, ecc..
La presenza di pietre arrotondate a valle della Serra Maggiore, ha destato l'attenzione degli abitanti del luogo, generando la leggenda dei giganti che giocavano a palla con questi sassi.
Ed infine non manca neanche un riferimento all'Odissea: il vicino Piano della Noce fu riconosciuto da uno studioso della geografia omerica come il luogo dove si trovava la grotta nella quale il ciclope Polifemo tenne prigioniero Ulisse e i suoi compagni.
Le caratteristiche del luogo dove sorge l'attuale centro abitato fanno supporre l'occupazione sin dall'epoca preistorica e protostorica. L'ubicazione del sentiero di crinale che si sviluppava tra Monte Coppolo e Cassano, in coincidenza con la linea di spartiacque, e la posizione dominante sulle aree sottostanti, permettevano di controllare il transito attraverso l'asse viario e le evenutali penetrazioni nemiche. Probabilmente l'azione di controllo sul territorio era divisa tra più centri analoghi che mantennero la loro funzione strategica fino al Medioevo: Presinace, Murge di Santa Caterina, ecc..
L'occupazione greca dal sito sarebbe testimoniata dalla tradizione che ricorda i resti di un tempio classico dedicato ai Dioscuri sul quale sarebbe stata costruita la cappelaa medievale di San Rocco. I Dioscuri: Castore e Polluce erano gli eroi dorici per antonomasia, particolarmente venerati in Sparta, la sua devozione passò a Taranto (ricordiamo di origine spartana) e si diffuse nella sua zona d'influenza. Dalla fine del IV secolo sino al periodo romano sono stati frequentemente rappresentati, in monete e pinakes tarantini, come due giovani simili nell'aspetto e nell'atteggiamento.
Non abbiamo notizie o elementi che ci riportino alla vita di Nocara in epoca romana, ma è probabile che sia sopravvissuta come un piccolo caseggiato fino alla rinascita dell'epoca bizantino-normanna.

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