PRESINACE

Serra MaggioreLa Serra Maggiore è formata da tre monti degradanti verso sud-ovest, le cui cime si elevano rispettivamente a quota 780, 747, 684 m.
Sulla vetta della collina centrale si trovano i resti della città di Presinace. L'abitato era ubicato su un punto strategico dal quale si domina la valle del torrente Canna fino al mare Jonio e le vallate del torrente Ragone e del fiume Sarmento, affluenti del fiume Sinni.
Già in epoca ellenistica, sulla Serra Maggiore e sulle alture vicine, fu costruita una rete di insediamenti fortificati, tra i quali spiccavano Bufaleria e Monte Coppolo, posti a difesa del territorio italiota della costa jonica, minacciato dagli attacchi delle popolazioni indigene dell'interno. Durante il Medioevo questi posti furono rioccupati dalle popolazioni dell pianure riproponendo la maglia difensiva dell'eta' greca: Presinace, Armi di Sant'Angelo, Nocara, Murge di Santa Caterina e Monte Soprano, Monte Coppolo, e Bufaleria, erano sviluppate da percorsi che si sviluppavano lungo i crinali collinari.
Sotto la dominazione longobarda e bizantina Presinace era un piccolo centro amministrativo nel quale si svolgevano mansioni di prelievo fiscale e di controllo militare del territorio circostante.
In conclusione, Presinace fu - nell'epoca di maggiore sviluppo - un centro di rilevante importanza al quale faceva capo un vasto territorio che si estendeva da Nocara a Favale , e dal torrente Ragone fino al litorale jonico.

 

La struttura urbana
L'ubicazione e la morfologia della collina giocarono un ruolo fondamentale nella localizzazione dell'insediamento.
L'abitato si sviluppò sulla sommità della collina, stretta ed allungata, presentandosi inaccessibile da ogni lato, ad eccezione della strada d'ingresso e di un piccolo sentiero molto accidentato che si snoda sul lato nord-est. La strada principale, unica vera via urbana, gira afianco del paese fino ad arrivare al pianoro superiore.
La struttura difensiva della cittadella era costituita da quattro cerchi di mura concentriche, che cingevano i tre terrazzi precedentemente citati e la scarpata occidentale.

L'edilizia civile e religiosa
AcropoliUn aspetto fondamentale, per la difesa dell'abitato, consisteva nel garantire la disponibilità di acqua potabile in caso di assedio. Non essendo sorgenti dentro il perimetro della città nelle immediate vicinanze, la provvista doveva avvenire mediante la raccolta dell'acqua piovana da conservare in appositi serbatoi.
Nell'acropoli erano ubicati oltre agli edifici destinati alle scorte di acqua e cibo, la residenza del signore e dei suoi familiari, la basilica dove si curava l'amminstrazione cittadina la postazione dei soldati di guardia e la cappella che serviva anche come dimora del parroco. L'ingresso della città sottostante avveniva attraverso una piazzetta da cui partiva la via che attraversava longitudinalmente il terrazzo. La cappella, cpostruita al limite sud-est dell'acropoli, è formata da due ambienti comunicanti, il naos e il bema.
Le esigenze difensive determinarono la concentrazione degli edifici del potere (residenza signorile), di quello di più alto valore simbolico (cappella) e di quelli di importanza strategica (magazzini, cisterna), nell'acropoli, ultimo baluardo della città.
Come in tutti i centri rurali alto medievali, la piazza antistante la chiesa e le vie contigue ospitavano diverse attività comunitarie. In coincidenza con le riunioni di carattere religioso, le domeniche e i giorni festivi, in questi spazi si svolgevano i mercati, si tenevano le assembleee e si amministrava la giustizia. Le fiere, invece, si svolgevano al di fuori dell'abitato.

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